Sebastião Salgado e la mostra Amazônia a Trieste

A Trieste, per il microcosmo degli appassionati di fotografia e dintorni, c’è solo una notizia: al Salone degli Incanti, dal 29 febbraio al 13 ottobre 2024 è allestita la mostra fotografica Amazônia di Sebastião Salgado, curata da Lélia Wanick Salgado, compagna di vita e non solo del celeberrimo fotografo.
Orizzonti Fotografici ha avuto modo di vedere l’esposizione in anteprima e organizzerà una visita guidata per gli associati quanto prima.
Purtroppo al momento non è ancora possibile programmare l’incontro perché le informazioni, da questo punto di vista, sono ancora piuttosto nebulose ma ovviamente è solo questione di tempo.

Sebastião Salgado non ha certo bisogno di presentazioni, ma forse vale la pena spendere due parole sul suo lavoro.
Il fotografo brasiliano ha documentato con particolare continuità alcuni temi: lo sfruttamento sul lavoro, la devastazione delle guerre, la distruzione dell’ambiente.
Tutto ciò raccontato attraverso uno stile spesso inconfondibile, una koinè universale che lo ha reso popolarissimo tra gli amanti della fotografia e conosciuto anche al di fuori del mondo degli appassionati.
Nato in Brasile nel 1944, Salgado è approdato relativamente tardi alla fotografia, alla soglia dei trent’anni quando intraprese la carriera di freelance e reporter di guerra.
Intorno alla metà degli anni 80 del secolo scorso inizia a occuparsi di temi sociali come l’immigrazione e lo smarrimento dell’uomo di fronte alle crisi economiche e alla povertà.
Contemporaneamente matura una coscienza ecologista e ambientalista prorompente che si esprime in uno dei suoi libri più famosi, “Genesi”, che è dedicato alla bellezza di una Natura che va scomparendo.
Spesso criticato per il suo stile, giudicato come troppo alla ricerca della bellezza estetica, Salgado in realtà dà dignità anche alle persone e alle situazioni più scabrose dal punto di vista intellettuale, rendendole motivo di discussione e dibattito.
Il linguaggio fotografico di Salgado è caratterizzato dalla scelta del bianco e nero, immagini monocromatiche ma che risplendono in realtà di innumerevoli sfumature cangianti trascolorando madreperlacee grazie alle mille sfumature dei grigi.

La mostra Amazônia è strutturata in modo equilibrato e conta circa 200 fotografie, di cui una metà è dedicata alla Natura (incredibili le vedute aeree e le foreste) e il rimanente alle popolazioni indigene dell’Amazzonia. Non mancano alcuni video e audio che accompagnano l’itinerario di visita.
Il vero protagonista è però l’uomo con le sue mille contraddizioni che convivono nel suo fragile ecosistema.