“La nitidezza è un concetto borghese” è una di quelle frasi a effetto che viene attribuita a Henri Cartier-Bresson il quale, poverino, probabilmente non l’ha mai pronunciata.
Noi, peraltro, potremmo affermare con altrettanta sicumera che “la nitidezza è un concetto proletario”, perché metaforicamente potrebbe rappresentare un desiderio di limpidezza e trasparenza, magari riferito a manovre oscure di governi e governanti distopici.
La realtà è che la nitidezza nella fotografia è importante, certo, ma dipende dal contesto e dalla foto.
Dopo l’articolo sull’autunno, ci sta un ampliamento sull’argomento.
Nei programmi di post-produzione la nitidezza può essere applicata in tre modi, con tre strumenti diversi: la chiarezza, la maschera di contrasto e accentua passaggio. Queste funzioni sono regolate da algoritmi e si possono trovare anche con altre definizioni ma sono sempre le stesse e, soprattutto, bisogna capire quando sono efficaci. Vediamole da vicino, ricordando che come sempre è bene applicare tutte le modifiche di post-produzione in modo selettivo. Non ha senso, per esempio, saturare allo spasimo tutta l’immagine, meglio farlo dove serve!
A seguire una specie di esercitazione, in cui i filtri sono usati appositamente in modo esagerato per far notare le differenze tra il prima e il dopo.
Chiarezza
La chiarezza regola il contrasto locale o micro-contrasto, cioè il contrasto a livello dei dettagli senza influenzare il tono generale dell’immagine. I dettagli possono essere enfatizzati o ammorbiditi se applichiamo una chiarezza positiva o negativa ma generalmente i bianchi e i neri rimangono inalterati, così come la nitidezza dei bordi. La chiarezza infatti lavora principalmente sui mezzitoni rendendo quelli scuri più scuri e quelli chiari più chiari, aumentandone di fatto il contrasto.
La chiarezza quindi aumenta il contrasto dei dettagli e di conseguenza l’immagine risulta ai nostri occhi più incisiva, tridimensionale.
Un cielo nuvoloso sarà più accattivante se applichiamo la chiarezza in modo ragionevole.
La maschera di contrasto
Il principio di funzionamento si basa sul fatto che i contorni degli oggetti sono localmente aree ad alto contrasto. Pertanto, più consistente è il contrasto sul bordo e maggiormente tale bordo appare nitido all’occhio; quindi per aumentare la nitidezza “percepita” occorre aumentare il contrasto sui contorni.
Naturalmente la maschera di contrasto non aggiunge dettagli veri e propri all’immagine ma fa solo in modo che il nostro occhio “veda” un maggiore distacco tra oggetti adiacenti e quindi percepisca un ideale aumento del micro contrasto che ci appare come una maggiore nitidezza.
L’effetto della Maschera di Contrasto digitale è ottenuto mediante un algoritmo di filtraggio sui valori numerici dei pixel sulle zone di contorno degli oggetti. I pixel sul lato più scuro del contorno sono resi più scuri, mentre quelli sul lato chiaro sono ulteriormente schiariti.
Accentua passaggio
La maschera di contrasto rende difficoltoso regolare l’effetto di contrasto in modo omogeneo e soprattutto agisce spesso in zone dell’immagine che dovrebbero essere protette, come per esempio dove c’è rumore digitale.
Il filtro Accentua passaggio che si trova nel menu dei programmi di post-produzione agisce evidenziando le transizioni ad alta frequenza dell’immagine, ossia i margini di separazione (che passano repentinamente da una gradazione all’altra), mentre lascia invariate le altre zone.
Vi sono sostanzialmente due modi di usare il filtro Accentua passaggio.
Il primo utilizza solo tale filtro in sostituzione della maschera di contrasto e poi, attraverso i metodi di fusione (di solito Luce intensa o Luce soffusa). Non si raggiunge l’efficacia della maschera di contrasto, ma è comunque un aumento di nitidezza percepibile e soprattutto non si creano aloni eccessivi.
Il secondo modo di utilizzo sovrappone il filtro Accentua passaggio alla maschera di contrasto, il cui effetto è quindi limitato ai contorni presenti nell’immagine, mentre sulle altre zone esso è drasticamente ridotto. Duplicando nel programma di post-produzione il livello dell’immagine e applicando su tale livello la maschera di contrasto con i valori desiderati, si ottiene un livello di contrasto separato. Tale livello di contrasto è quindi impostato con modalità di fusione Sovrapponi e con l’Opacità. La modalità Sovrapponi moltiplica il contrasto tra il livello corrente e quello inferiore. A questo punto su tale livello di contrasto si applica il filtro. Accentua passaggio con raggio ridotto. Il risultato è un’applicazione della maschera di contrasto sostanzialmente sui contorni e la maggiore salvaguardia delle altre zone.
Conclusione
Alla fine è l’esperienza che ci aiuterà a capire come e quando usare gli strumenti di nitidezza e, se lo faremo in modo ragionevole, le nostre foto saranno più “croccanti”. L’immagine finale sarà pure “borghese”, ma sicuramente è più accattivante della prima stesura. Provare per credere!