La mostra fotografica “Umano, troppo umano”

È stata inaugurata il 13 giugno la mostra fotografica “Umano, troppo umano”, la terza esposizione “figlia” del workshop prolungato dedicato al Progetto Fotografico iniziato a ottobre dello scorso anno.
La mostra è stata dedicata alla memoria di Maurizio Fermeglia, già Rettore dell’Università di Trieste e ambientalista della prima ora.
Era presente tra gli altri , ospite graditissima, la moglie di Maurizio, Sabrina Pricl.

A seguire il testo introduttivo che abbiamo scritto per presentare i lavori dei soci Rossana Giorgi, Alessandro Ledda e Paolo Bullo.

Umano, troppo umano

Forse citare Nietzsche nel titolo di una mostra fotografica potrà sembrare ambizioso, ma è proprio il “divenire” – concetto cardine della filosofia tout court – il protagonista dell’esposizione. Chi siamo, chi eravamo e, soprattutto, chi diventeremo noi e in cosa si trasformerà il mondo che ci circonda. I tre fotografi con le loro immagini parlano di questi argomenti.

Rossana Giorgi nel suo progetto “Il quinto elemento” illustra in modo creativo ma chiaro il danno che reca alla Terra la plastica, ormai diventata fattore determinante al pari di terra, acqua, aria e fuoco.

Alessandro Ledda con “Gli ultimi carbonai” testimonia di un tempo sospeso, quello che scorre immutabile da centinaia di anni ai piedi delle Serre calabresi dove il mestiere del carbonaio – al pari di molti altri, in luoghi diversi – resiste all’avanzata delle nuove tecnologie.

Paolo Bullo presenta “La macchia umana”, un lavoro concettuale sul rapporto Uomo/Natura duro nelle premesse, allucinato nello svolgimento e inquietante nel finale.


I tre progetti sono uniti dal fil rouge del rapporto tra l’uomo e l’ambiente e appunto, di come questa connessione rischi di dare un’accezione negativa all’aggettivo umano.
La mostra sarà dedicata alla memoria di Maurizio Fermeglia, già Rettore dell’Università di Trieste e ambientalista della prima ora.