In un mondo sempre più a misura di profitto in cui le logiche mercantili sono prevalenti in ogni campo, la vera ricchezza è il tempo libero. Negli spazi che riusciamo a ritagliarci tra un’incombenza e l’altra abbiamo la possibilità di dedicarci a ciò che ci piace e ci emoziona e quindi di costruirci un’identità emotiva e culturale.
Mutatis mutandis, le città sono progettate ed edificate per esprimere l’identità delle persone che ci vivono nell’arco dei secoli e rispondere alle esigenze prioritarie del territorio: Trieste non fa eccezione.
La fotografia è un esempio di attività disintossicante e salvifica: la mostra fotografica “Identità costruite” va a indagare questi territori – psicologici e concreti – di libertà.
Eleonora Bernucci, con il progetto (S)oggetti cari, apre uno spiraglio metafotografico perché tramite il suo hobby ritrae persone che posano insieme agli oggetti che nutrono i loro passatempi in una narrazione senza tempo immersa in un non luogo.
Francesco Tuppo, invece, è una di quelle persone fortunate che fa coincidere il proprio lavoro di architetto con la passione per la fotografia e con il suo progetto “Vostra altezza” ci guida in un viaggio ad alte quote sopra a una Trieste spesso sconosciuta.