La fotografia naturalistica

La fotografia naturalistica – ovviamente dopo aver seguito un buon corso base o un corso di fotografia intermedio – è uno dei generi fotografici più popolari e divertenti che possa affrontare un appassionato ed è anche particolarmente cara alla nostra associazione che ha tra le linee guida la salvaguardia dell’ambiente.
Noi triestini siamo fortunati perché abitiamo in un territorio che offre una straordinaria biodiversità già rimanendo nella provincia di Trieste: si pensi solo al Carso che si affaccia sul golfo ma anche alla Riserva naturale della Val Rosandra e alla Riserva naturale di Miramare!
A seguire alcune sintetiche indicazioni per un corretto approccio alla fotografia naturalistica.

Etica della fotografia naturalistica

È importante capire una cosa fondamentale: gli animali e le piante non sono giocattoli con cui divertirsi. L’approccio deve essere compatibile con l’ambiente e con le esigenze dei soggetti fotografati.

Le immagini devono essere spontanee e naturali, non forzate da interventi esterni che possono alterare l’equilibrio ambientale e avere conseguenze imprevedibili.
Spostare un filo d’erba per ottenere uno sfondo migliore non sarà mai un problema; diverso e nocivo è invece dare da mangiare o disturbare gli animali per scattare una foto.
Inoltre un’immagine “onesta”, dal momento che la fotografia è comunicazione, può essere d’aiuto per sensibilizzare le persone su argomenti importanti e spesso sottovalutati quando non addirittura sconosciuti.

L’importanza dello scouting

Per ottenere buoni risultati è indispensabile conoscere bene il territorio e le abitudini degli animali. Perciò sarebbe opportuno dedicare qualche ora alla semplice osservazione dell’ambiente, senza l’ansia di portare a casa una foto a tutti i costi.

È una strategia che si può considerare un investimento a breve e medio termine. Maggiore sarà la nostra esperienza in questo senso, migliori saranno i risultati.
Attenzione anche alla sicurezza: alcune zone possono diventare impraticabili in condizioni meteo avverse, basta un po’ di pioggia e un sentiero sicuro diventa una trappola.

Attrezzatura e tecnica

Per la fotografia naturalistica non esistono “regole”, ma sicuramente avere in dotazione un’attrezzatura e una preparazione adeguata aiuta:

  • una macchina fotografica con raffica veloce;
  • obiettivi a lunga focale e luminosi sono fondamentali;
  • obiettivi macro oppure, in alternativa, sapere bene come si può ottenere un buon sfondo sfocato (lunghezza focale, apertura diaframma, vicinanza al soggetto)
  • obiettivi grandangolari
  • bisogna conoscere bene il sistema di autofocus, soprattutto nelle fotocamere di ultima generazione che sono anche ampiamente personalizzabili in base alle esigenze dello shooting;
  • sono spesso utili il treppiede o il monopiede ed avere almeno una batteria e una scheda di ricambio;
  • abbigliamento mimetico adeguato e comodo e un paio di bottiglie d’acqua nello zaino.

La luce nella fotografia naturalistica

La fotografia naturalistica è pur sempre fotografia, perciò la luce nelle sue mille sfumature sarà la nostra guida. I momenti migliori per fotografare sono le prime ore della giornata o quelle che precedono il tramonto. È importante anche ricordarsi di trovare – nel limite del possibile – una composizione efficace.

La concentrazione

È indispensabile restare concentrati, i cellulari non sono buoni amici del fotografo naturalista, se è possibile meglio spegnerli. Il comportamento degli animali è imprevedibile, qualsiasi fotografo avrà un’aneddotica sterminata sull’argomento fatta di occasioni mancate per distrazione.

Dove fare fotografia naturalistica nelle vicinanze di Trieste

Come già detto all’inizio siamo attorniati da numerose zone protette che si trovano a pochi chilometri da Trieste che sono raggiungibili con facilità in un’ora di macchina. Vediamo le principali:

Riserva naturale regionale Foci dell’Isonzo – Isola della Cona

L’isola della Cona è il luogo ideale per tutti i generi fotografici, vi si trovano numerosi osservatori e capanni – anche riparati da eventuali bizze del meteo – che ne fanno meta ideale per la fotografia naturalistica.

Riserva naturale Valle Cavanata

La riserva naturale Valle Cavanata è famosa in particolare per la presenza assai frequente dei fenicotteri che sono un soggetto fotografico straordinario ma, come in tutte le riserve, ci sono tantissime altre occasioni per fare scatti “wow”.

Riserva naturale regionale del lago di Cornino

Le acque smeraldine del piccolo Lago di Cornino sono uno spettacolo da non perdere!
È inoltre stanziale un discreto numero di grifoni e nelle immediate vicinanze c’è il fiume Tagliamento che offre scorci bellissimi per la fotografia di paesaggio.

Riserva naturale della Valle Canal Novo (Marano lagunare)

Anche questa è una gita da fare perché, oltre ai consueti soggetti fotografici, la Riserva naturale della Valle Canal Novo può contare su un’ottima trattoria dove viene servito il pesce pescato in laguna.

Riserva naturale dei laghi di Pietrarossa e Doberdò

Poco conosciuta e frequentata rispetto alle aree precedenti, la riserva naturale dei laghi di Pietratossa e Doberdò presenta un panorama straordinario tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, quando lo scotano assume una colorazione rossa affascinante.

Conclusione

Tutte queste zone possono essere fonte di grande soddisfazione – soprattutto nei mesi autunnali – non solo per i fotografi, ma anche per coloro che semplicemente vogliano fare una gita fuori porta, oltre che per uscite in ambiente per i corsi di fotografia base, per il corso intermedio e per gli workshop e i corsi avanzati più specifici come per esempio paesaggio, macrofotografia e fotografia naturalistica.
La nostra associazione ha già programmato un’uscita collettiva gratuita in una di queste riserve con la guida di un esperto mentre altre saranno meta di uscite fotografiche ludiche.
C’è, ovviamente, anche una parte tecnica che riguarda l’attrezzatura (cavalletto, obiettivi, macchine fotografiche) di cui parleremo in futuro.
Aspettatevi quindi a breve sorprese e proposte interessanti, com’è nostra tradizione ormai radicata.
Le fotografie allegate all’articolo parlano da sole!
(Foto di Paolo Bullo)