Si è concluso felicemente il concorso “Dalla coscienza di Zeno alla coscienza di sé” organizzato dalla nostra associazione fotografica.
Infatti, il 12 dicembre, presso la sede del CAI XXX Ottobre che ci ospita, si è svolta la premiazione in una serata che è stata l’occasione anche per scambiare gli auguri per le ormai imminenti festività.
L’argomento del concorso, a lungo meditato, ci è stato suggerito dall’attualità. Le icone sono tali proprio perché sono senza tempo e galleggiano perennemente nell’infinito mare della Cultura: quest’anno, infatti, si celebrano i 100 anni dalla pubblicazione del romanzo di Italo Svevo.
La vicenda di Zeno Cosini è talmente piena di spunti che gli associati, dopo un primo momento di comprensibile smarrimento, ci hanno travolto con le loro foto che hanno indagato nelle pieghe del libro e ne hanno messo in evidenza anche sprazzi del sottotesto.
Perciò a vincere il concorso è stata l’associazione nel suo complesso prima ancora dei singoli, perché il nostro input è stato raccolto e condiviso nel modo più ampio.
Alcuni hanno visto lo spettacolo al Politeama Rossetti, altri hanno letto il libro per la prima volta, per altri ancora il concorso è stato il pretesto per rileggerlo dopo anni, probabilmente scoprendo qualche lato che era rimasto recondito.
La giuria, composta da Paolo Bullo, Giulia Coppetti e Sara Jazbar ha assegnato dopo una serrata ma costruttiva discussione il primo posto ex aequo alle foto di Eleonora Zannier e Marina Persico, mentre Silvano Matkovich si è classificato secondo.
Le due vincitrici con le loro fotografie hanno saputo restituire il tema del concorso da due punti di vista diversi.
La foto di Eleonora Zannier è più vicina alle parole di Svevo e del suo inetto, Zeno Cosini, che per tutto il libro si racconta, ormai vecchio, rivolgendosi al lettore in tono quasi canzonatorio e di sfida. Ma chi è che davvero sta cercando di prendere in giro, il vecchio Zeno? Il suo psicanalista e quindi anche noi che lo guardiamo e leggiamo le sue parole o sé stesso riflesso nel proprio racconto?
La foto di Marina Persico, invece, è una rappresentazione più intimista e personale di una coscienza, che può essere quella di ciascuno di noi. Una coscienza che spesso ci pone in lotta con noi stessi, imbrigliati all’interno di una rete soffocante fatta di convenzioni culturali, aspettative sociali, necessità personali e condizioni psicologiche.
Brillante anche l’ispirazione, di nuovo più classica, di Silvano Matkovich, il quale attinge alla forte impronta psicanalitica che percorre il romanzo. La scelta di antropomorfizzare la coscienza in un altro da sé che incombe minaccioso (o protegge amorevolmente?) il sonno di Zeno è stata apprezzata anche per l’originale esecuzione tecnica.
Tutte le foto presentate erano a tema, ma solo dieci hanno superato la prima selezione. In totale hanno partecipato 23 persone che hanno presentato 37 foto!
Vi presentiamo le prime dieci a seguire, in ordine di classifica, e diamo appuntamento a tutti al prossimo concorso!